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Tre uomini: Don Giacomo Cauda, Francesco Borgognone e Luca Ferraris. Il passato e il futuro del Ruchè. La Vigna del Parroco. 

Il 2016 è tutto questo. L’ anno in cui, in un simbolico passaggio di testimone, la Vigna del Parroco, quella da cui ebbe inizio la storia del vitigno Ruchè, entra a far parte del patrimonio della famiglia Ferraris. A settembre dello stesso anno, si svolge la prima vendemmia. 

Non è solo uva, è il Ruchè simbolo. È l’incipit della storia della denominazione. È l’unico Cru riconosciuto dal Ministero dell’Agricoltura all’interno della denominazione. È la bandiera del Ruchè nel mondo. 

Tutti i grappoli utilizzati per la produzione di Vigna del Parroco provengono da quella stessa vigna impiantata da Don Giacomo Cauda nel 1964, tutt’ora la più vecchia esistente. Dal 2016, le viti sono allevate nel rispetto della terra, della sostenibilità e delle prime fatiche del parroco contadino.

L’annata 2016 – a cui sono stati assegnati 93 punti da Decanter ed è parte della classifica dei 50 vini più interessanti al mondo, ora è proposta in esclusiva per i membri del Wine Club e solo per una settimana. La possibilità quindi, per pochi e per chi decida di iscriversi, di poter vivere in anteprima l’espressione di un’annata unica. Non solo per quanto riguarda la qualità dell’uva e del vino ma per la sua storia intrinseca. 

Per iscriversi: https://www.ferrarisagricola.com/il-salotto-del-ruche-wine-club/

Amici tedeschi, danesi e svedesi, stiamo tornando!

Valigie in mano, la famiglia Ferraris è di nuovo in viaggio. Insieme al Consorzio Barbera d’Asti e vini del Monferrato, faremo tappa prima ad Amburgo e Berlino -dal 12 al 14 marzo- e poi a Copenaghen e Malmö -dal 29 al 31 marzo.

Sarà molto più di un viaggio. Sono in programma degustazioni guidate, tavole rotonde di approfondimento, percorsi esperienziali e abbinamenti non convenzionali. Insieme per scoprire il presente e il futuro dei nostri vini sui mercati nord-europei.

Tra i protagonisti, le Barbere d’Asti, rappresentate dal progetto Cà Mongross e, naturalmente, il Ruchè di Castagnole Monferrato DOCG. Due denominazioni che portano con sé la storia di un territorio, la sua vocazione e la sua anima più profonda.

Prost! Skål! Alla salute!

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